Giacomo Lazzara ha sempre nutrito una profonda passione per l’arte, coltivata fin da giovane attraverso un percorso di ricerca personale e autodidatta. Fin dagli inizi si è dedicato alla sperimentazione di tecniche e linguaggi espressivi differenti, esplorando materiali, cromatismi e modalità compositive spesso eterogenee, in un processo creativo libero da vincoli formali. Parallelamente, ha approfondito lo studio delle opere di artisti che sentiva affini per sensibilità, visione o linguaggio, traendo ispirazione da maestri dell’arte contemporanea.
Questa continua tensione verso la ricerca lo ha portato ad avvicinarsi progressivamente all’arte astratta, ambito in cui ha potuto esprimere in modo più diretto e personale la propria visione del mondo. Il suo percorso si configura così come una doppia evoluzione: da un lato, un cammino artistico alla scoperta di nuove forme e significati; dall’altro, una trasformazione personale, dove il fare artistico diventa strumento di introspezione e riflessione.
Le sue prime opere si distinguono per un approccio vicino all’astrattismo puro, in cui la composizione non mira a veicolare un messaggio univoco, ma si affida alla potenza visiva della forma e del colore. Con il tempo, però, la sua produzione si è arricchita di nuovi livelli di lettura: le tele iniziano a raccontare stati d’animo, pensieri e interrogativi legati al vissuto dell’artista, restituendo allo spettatore una narrazione intima, fatta di tensioni, silenzi e suggestioni.
Oggi il suo lavoro si configura come una riflessione visiva in continua evoluzione: un dialogo tra interiorità e realtà esterna, tra percezione soggettiva e spazio condiviso. I suoi dipinti, pur restando fedeli a una grammatica astratta, diventano superfici attraversate da domande, visioni e frammenti di senso, capaci di coinvolgere lo sguardo e la sensibilità di chi osserva.
